L’importanza della scrittura
E’ innegabile che in questi ultimi anni il ruolo delle redazioni e dei giornali sia cambiato molto. Con sempre più frequenza ai giornali cartacei si aggiungono contenuti multimediali, come video e podcast che invitano il lettore ad un coinvolgimento sempre più attivo. Su questo terreno, sempre più variegato, si inseriscono le recensioni realizzate con l’intelligenza artificiale. La diffusione e l’utilizzo di algoritmi che analizzano informazioni e profilano lettori sulla base delle proprie idee e delle proprie abitudini, nascondono anche aspetti molto più preoccupanti. Alle testate tradizionali si affiancano giornali virtuali, pieni di mezze verità che, in alcuni casi, si trasformano in vere e proprie fabbriche di fake news.
Non vogliamo certo in questa introduzione affrontare un tema così complesso, ma tutti questi cambiamenti inevitabilmente investono anche le redazioni dei nostri giornali studenteschi.
Nel nostro piccolo anche la pubblicazione del Carpe Diem offre alcune estensioni digitali fruibili inquadrando con lo smartphone il codice qr che viene pubblicato. L’obiettivo però più importante, nell’ambito di una redazione scolastica, è far comprendere agli alunni il potere e la bellezza della scrittura. Imparare a scrivere, correggere e pubblicare quello che si crea, con la consapevolezza che nel bene e nel male ciò che si edita rimane e una volta stampato non può essere più modificato, nasce attraverso l’esperienza che un giornale d’istituto può fornire. La scrittura, inoltre, si lega sempre alla responsabilità personale di chi scrive e di chi decide una linea editoriale. In questo lavoro abbiamo la possibilità di assaporare quanto avviene dietro a un giornale vero e proprio, ovviamente nel nostro caso c’è meno pressione e meno frenesia.
A scuola si insegna a scrivere con rispetto e attraverso un linguaggio consono, differente rispetto alla tipologia di scrittura impiegata sui social, linguaggio, talvolta offensivo e denigratorio, con il quale purtroppo i nostri ragazzi si trovano a relazionare quotidianamente.
Forse questo è il miglior modo per formare futuri giornalisti e persone che sanno esprimersi anche sulle piattaforme social in modo più educato e rispettoso; uomini e donne che non hanno paura di confrontarsi in modo leale e sincero. Siamo persuasi che la violenza che avvolge la nostra vita e la nostra società, sia prima di tutto una violenza verbale, che formula delle idee che molto spesso si traducono nell’incapacità di ascoltare e comprendere l’altro, dove l’altro viene visto come un nemico da deridere e da annullare. L’incapacità di confronto porta a riversare sugli altri le nostre frustrazioni e a pensare che la causa dei nostri problemi sia sempre riscontrabile nell’ altro, un dialogo più costruttivo, che rispetti tutte le diversità come uniche e belle in quanto tali, ci predispone a un confronto e a un dialogo più libero.