Imparare l’amore a teatro

Può una sola gabbia raccontare una vita?

Paura, dolore, violenza, indifferenza, pregiudizi intrappolano, isolano, creano sbarre intorno a noi eppure ….“Esiste sempre una via d’uscita”, così l’attore-autore Ture Magro cerca di spiegare la scenografia di “Malanova”: un palco dove spicca solo una gabbia senza un “soffitto” e senza una “parete”. Eppure, con la magia della parola, delle luci e delle ombre si entra in quella gabbia, si mette in stand-by la propria vita, si osserva tutto da più punti di vista ed empaticamente alla fine si capisce che con coraggio si può uscirne e intraprendere un cammino di salvezza per sé e per gli altri.

È così che ha fatto Anna Maria, la “Malanova” che da bambina maltrattata, abusata, vittima di violenze indicibili ha trovato la forza di uscire dalla gabbia, di parlare, di liberare se stessa e trasmettere un messaggio d’amore. È così che il teatro diventa parola, emozione e scoperta di sé e dell’altro per riflettere su fragilità, rapporti, sentimenti, in poche parole sull’umanità.

Un’esperienza coinvolgente per 3 classi del Liceo Scientifico (1A,3A e 5B) e delle Scienze Umane (3A, 3B e 3C) che, grazie alla compagnia teatrale “Sciara progetti” in collaborazione col Comune di Fiorenzuola, lunedì 22 novembre presso il Teatro Verdi hanno potuto non solo ritornare al teatro dal vivo nel pieno rispetto delle norme anti-Covid, ma soprattutto vivere insieme un’occasione di crescita nella consapevolezza che quando si parla di cuore, anima, emozioni non esistono uomini o donne, ma solo esseri umani tutti ugualmente ingabbiati nelle proprie fragilità.