Il Mattei incontra Martina Strazzer

Diverse classi dell’Istituto di Istruzione secondaria superiore “Mattei” di Fiorenzuola d’Arda hanno incontrato al Teatro “Giuseppe Verdi”, l’imprenditrice ed influencer Martina Strazzer, in un’iniziativa promossa dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Fiorenzuola d’Arda. Martina, nel corso di un dialogo con il docente del “Mattei” Alberto Toma, ha raccontato la propria esperienza da imprenditrice del mondo social, che l’ha portata a fondare ed essere l’attuale titolare del brand di gioielli “Amabile Jewels”.

L’incontro è stato introdotto dall’Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Fiorenzuola d’Arda ed ideatrice dell’evento, Elena Grilli, che ha ringraziato “l’istituto Mattei, che partecipa con entusiasmo ad un’iniziativa che vuole unire il mondo dei giovani e dell’imprenditorialità: e grazie a Martina, qui a titolo gratuito ed assolutamente entusiasta, da subito, di vivere questa esperienza con gli studenti di Fiorenzuola d’Arda”. L’Assessore alla Cultura del Comune di Fiorenzuola d’Arda, Massimiliano Morganti, si è soffermato sulla “bellezza di un teatro animato e frequentato da tanti giovani, che possono frequentare e rendere il “Verdi” una loro seconda casa”, mentre il Dirigente dell’Istituto “Mattei”, Rita Montesissa, ha spiegato agli studenti che “l’esempio di Martina è spiazzante per chi proviene da una generazione precedente alla vostra, ma molto interessante: sono curiosa di conoscerla, affinché possa mostrarvi come è riuscita a fare questo. Entrate nel vostro futuro da protagonisti: imparate dalla scuola, dal contesto extrascolastico e dall’esperienza delle persone che incontrate, e prendete in mano il vostro futuro”.

L’INTERVENTO DI MARTINA STRAZZER – La scena è quindi toccata a Martina Strazzer, che ha inizialmente raccontato come è diventata imprenditrice. “Sono partita dal liceo scientifico, affrontato da me come studentessa-modello: dopo aver conseguito il diploma, i miei genitori mi hanno chiesto di affrontare un percorso universitario per ottenere una laurea. Ho scelto di studiare Medicina, ma sapevo in cuor mio di non volerlo fare perché era una scelta obbligata. Dopo essermi buttata su un altro percorso universitario, quello di Biotecnologia, ho così pensato di cambiare totalmente strada: ho deciso di aprire un brand di gioielli, pur proseguendo un percorso di studi universitari per mantenere un “piano b”. Per mia mamma si è rivelato un dramma, mentre ho aperto il mio profilo Instagram, con 14 followers iniziali, e il nome “Amabile”, della mia bisnonna purtroppo scomparsa venti giorni prima della mia nascita. Studiavo, e intanto mi facevo produrre gioielli da orafi della mia città, riuscendo anche a vendere qualcosa: a maggio 2020 mi sono poi convinta a scaricare Tik Tok, ed è stata la mia fortuna”.

Sul proprio modo di utilizzare i social, “non è cambiato nulla – ha rilevato Martina – ho indovinato il momento giusto per entrare in questa realtà, fortemente condizionata dalle settimane del covid e della quarantena. Ora sono un’imprenditrice: ho sempre creduto tantissimo in questo mio obiettivo, e credo che quando una persona desideri tanto qualcosa, poi quella cosa effettivamente arrivi. I miei genitori rimanevano scioccati nel vedermi confezionare pacchi tutto il giorno: passato del tempo ho capito che fare tutto da sola mi limitava, ed ho così proceduto con la mia prima assunzione. Ora nell’azienda siamo in venti persone. La vita da imprenditrice è ora cambiata? Ora il mio ruolo non è più operativo ma soprattutto mentale e gestionale”.

Cosa significa essere imprenditrice donna? “Mi sono accorta subito che non sarebbe stato facilissimo, purtroppo è difficile essere veramente prese sul serio: viene rivolta sempre maggior fiducia ad un imprenditore uomo. I miei genitori? Non so se siano fieri di me, non parlo tanto con loro di questa mia attività. Le mie strategie social? Ho subito capito che su Tik Tok l’utente deve vedere un filo conduttore nei post che si creano. Ho cominciato così, parlando di relazioni di coppia: poi ho finito le idee e ho cominciato a
parlare di me, cambiando lo stilo comunicativo per poter sempre parlare di qualcosa. Ho parlato dell’azienda, della quotidianità in ufficio e lì è cambiato tanto a livello aziendale: le assunzioni sono proprio la conseguenza di questo cambio di comunicazione”. Che cosa significa essere un personaggio pubblico? “Vivo tutti i giorni in ufficio, mi sono accorta di essere un personaggio pubblico quando hanno cominciato a fermarmi in strada per chiedermi una foto. La vita è cambiata ma mi piace tanto: del resto sono rimasta me stessa, pur con qualche accortezza in più. Una persona non potrà mai essere completamente social: quando sono in ferie sparisco, perché voglio godermi una vacanza e la città che visito: parte della mia vita la tengo privata”.

Sul rapporto dei giovanissimi con i social network: “Questi mezzi sono un’arma a doppio taglio: è importante che si educhino subito i ragazzi ad utilizzare questi strumenti in modo corretto. I prossimi miei passi? Mi ero sottovalutata e ho realizzato più di quello che pensavo avrei fatto. Mi piacerebbe approcciarmi ad un negozio fisico – ora il mio shop è solo online – e andare all’estero, dove però c’è una cultura della qualità molto ridotta rispetto all’Italia”. Poi, rivolgendo consigli agli studenti: “È fondamentale ascoltare le vostre vocazioni: se una cosa non vi fa dormire di notte, credeteci tanto e andate dritti all’obiettivo. Dovete essere sicuri e convinti a far succedere quello che volete che accada, senza farvi abbattere dalla paura del fallimento. È triste accontentarsi e non essere felici: siamo sempre in tempo a fare un’altra scelta e rimediare ai nostri errori, e non ascoltate chi vi dice che non possiamo fare una cosa. Io sono partita da 300 euro racimolati con i regali di
Natale, senza aiuti, ed ora sono felice e contenta di andare al lavoro”.

Sul rapporto con i propri collaboratori, Martina ha spiegato di “non cercare inizialmente in loro nessuna competenza specifica: assumo persone per realizzare i pacchi e osservo in cosa spiccano. Mi fa piacere vedere in loro spirito di iniziativa e coinvolgimento emotivo. Ho un rapporto sereno con le mie collaboratrici: sono una delle più giovani e con loro vivo un rapporto quasi di amicizia. È difficile restare autoritari senza fare “terrorismo psicologico”: ho fiducia negli altri e offro tante libertà, tanto che non impongo orari di lavoro, ma in cambio da mi aspetto rispetto, organizzazione, impegno e lavoro fatto bene. Una persona sotto pressione lavora peggio. Il contrasto dei genitori? Non ho disobbedito loro, è più una ribellione: caratterialmente sono una persona a cui non si può dire di non poter fare una cosa, e d’altro canto non riesco a fare una cosa imposta. Ho cercato di accontentarli ma nel frattempo di realizzare le mie aspirazioni. Offese ed insulti? Quelli personali non mi interessano, quelli rivolti ad “Amabile” invece mi feriscono”. L’incontro è terminato tra gli applausi degli studenti e degli insegnanti del “Mattei”: spazio, anche dopo i saluti, a qualche foto e selfie dei ragazzi con Martina.

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