Comunicazione e Sport con Leo Turrini

Mercoledì 26 marzo è volta al termine la rassegna “Sport al top”, organizzata e proposta dall’Istituto Superiore Mattei di Fiorenzuola D’Arda, che ha visto numerosi sportivi di eccezione (del volley, ciclismo, basket, solo per citarne alcuni), come ospiti. Gli appuntamenti hanno permesso agli alunni del Mattei di conoscere dal vivo emozioni ed esperienze dei big delle discipline sportive. Ma lo sport non è solo di chi lo pratica, ma anche di chi lo racconta. “Sport e comunicazione”, cameo in chiusura della kermesse sportiva, ha visto come ospiti Leo Turrini, il più grande giornalista della F1; Giorgio Lambri e Corrado Todeschi, rispettivamente caporedattore e redattore della pagina sportiva del quotidiano locale la Libertà.

L’incontro è stato organizzato dal professore Andrea Santi e moderato dalla collega Michela Pisu. A fare da cornice all’evento i ragazzi del progetto F1 in School, capitanati dal professore Fabio Pezza e la 5B del Liceo delle Scienze Umane, che hanno dato lettura della carriera di Leo Turrini.

La chiacchierata con gli ospiti è stata intensa, con picchi di forza emozionale quando Turrini ha ricordato l’amico Ayrton Senna.

«La morte tragica di un big della Formula 1» ha raccontato Turrini «è stato uno dei momenti più tristi della mia carriera. Ricordo che il mio viaggio in Brasile per rendergli omaggio, è stato intenso, tanto che per ben 20 anni non ho più parlato dell’accaduto. Un silenzio rotto solo dalla richiesta di omaggiare Senna un’ultima volta».

Lambri e Todeschi, anche loro, hanno raccontato il motivo che gli ha spinti a diventare giornalisti.

«Una passione» hanno spiegato entrambi «che va oltre l’idea di lavoro».

«Se non mi pagassero» ha detto Lambri «lo farei lo stesso. Non mi interessa prendermi ferie, perché stare in redazione per me è uno dei momenti più belli e divertenti».

Un punto di vista condiviso anche da Turrini e Todeschi.

Ascoltare i loro racconti è stato come tornare indietro nel tempo, quando Paolo Rossi, in quel lontano 1982 ci ha fatto vivere le notti magiche nel mondiale di Spagna; o quanto, con ansia e trepidazione abbiamo vissuto i rigori contro il Brasile di Roberto Baggio nella Coppa del mondo del 1994 negli Usa. Perché lo sport è emozione, è vita, è crescita. Chi racconta le gesta dei grandi dello sport è altresì motivo di quell’emozione: le voci dei cronisti sono come la musica che ci accompagna in viaggio.

Probabilmente, molti dei nomi citati nel corso della mattinata, erano sconosciuti per il pubblico giovane del Mattei, eppure tutti hanno ascoltato con attenzione gli ospiti. E non sono mancate le richieste di autografi da parte di quei ragazzi che praticano sport, forse più addentro agli argomenti trattati. Eppure, tutti erano interessati: quando si dice che lo sport unisce non è una frase fatta, anzi è davvero una verità apodittica.

Le ultime domande sono state poste dai ragazzi del progetto F1 in school, domande pertinenti sulla Formula 1, precise anche dal punto di vista ingegneristico.

L’autografo più bello? Quello di Turrini sul modello della Ferrari costruito dai ragazzi del tecnico.

In 100 minuti di intervista gli ospiti si sono messi in gioco raccontando aneddoti, passioni ed esperienze formative, mettendo in luce una verità: fare il giornalista è un po’ come fare l’insegnante, molto più che una professione, semmai una vocazione.

 

Michela Pisu

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